Bella, eterna e amata,
Cantata dai poeti, patria di credenti e regno di potenti.
Ricca di valori eterni, e sogno di tutte le genti della terra.
Ancella, scorticata, depredata; ora invasa da massa informe che ti sgretola irrispettosa lasciando orme di niente.
Ricca d'acquedotti che ti fecero regina quando il resto d'Italia era solo un acquitrino.
Ora sei qua millenaria a varcare la soglia di un mondo che non è più il tuo e inspiegabilmente riesci a diventare moderna. Eterna forse, se esiste qualcosa di eterno in questo misero inferno in cui siamo tutti burattini ovattati .
Non sentiamo il tuo strazio e ci abbandoniamo al vizio lasciandoti nuda cadere.
Ti amo mia Roma, capa superba di tutte le genti, strizzi l'occhio e intingi con olio esausto le tasche unte e congiunte di personaggi loschi e irriverenti.
Ti guardo danzare e nonostante i millenni sei sempre stupenda, ma chiedi ammenda a chi ti divora.
Le cicatrici le porti solo tu che pian piano muori dentro restando sempre immensa davanti ai tuoi accomodatori.

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