venerdì 18 febbraio 2011

UN GRANDE EROE... Fabrizio Quattrocchi

Pensavo, dopo aver sentito Benigni ieri sera che ricordava tutti gli eroi che hanno dato la vita per formare il nostro paese, tutti giovani ragazzi pieni di coraggio, che oggi  di certo non godono di sonni eterni tranquilli nel vedere l'unità del nostro paese. A loro non importava nulla di morire se questo serviva per creare l' Italia e anche la scritta w verdi, sotto gli asburgo era piena di coraggio e rappresentava il grande amore che esisteva gia' per l'Italia prima ancora che nascesse. Pensavo ai giorni nostri, ai nostri eroi...e guardando tra i politici vedo tutt'altro che eroi...ma gente ancorata alla poltrona a cui non gliene frega niente del paese che dovrebbero rappresentare e governare, altrimenti non saremmo ridotti a 150 dall' unione del paese a parlare di federalismo. No, non ci sono attualmente eroi, sono anni ed anni che a nessuno interessa più niente dell'Italia e nessuno darebbe mai la sua vita per Lei...anzi si brucia persino la bandiera...non ci sono più eroi, discorso chiuso, passato.
Calma... un momento......L'anima ad un tratto mi fa pensare ad un uomo che non era un politico, che probabilmente conosceva la storia del suo paese per averla studiata  a scuola e che di fronte alle rappresentazioni di Garibaldi, di Mazzini, riteneva fossero grandi personaggi. Lui era un panettiere figlio di panettieri..uno come tanti che amava le arti marziali, era genovese e si era trovato senza lavoro quando la panetteria di famiglia aveva chiuso. Questo ragazzo facendo tesoro del proprio hobbies, aveva iniziato ad addestrarsi per fare la guardia del corpo e  farsi assoldare dall'esercito statunitense; il suo lavoro consisteva nella protezione di persone ed infrastrutture. Non lo definirei un mercenario, era un cittadino italiano che lavorava all'estero e giustamente veniva retribuito. Questo ragazzo lavorava in Iraq in un momento definito bollente, in cui 3000 dei nostri militari si trovavano in quella zona guidati da Gran Bretagna e Stati Uniti.
Il suo lavoro era rischioso, pericoloso e sicuramente lui lo sapeva, aveva messo in conto tutto...non solo il guadagno, ma di certo anche la morte. Il 13/4/04 lui con tre suoi colleghi fu rapito dal gruppo "Falangi Verdi di Maometto" una banda fanatica di estremisti islamici.  Sicuramente aveva previsto che un gruppo cosi' estremista, incattivito, violento che odiava tutti gli stranieri occidentali presenti in quel territorio lo avrebbe probabilmente ucciso. Infatti così è stato, il perchè ancora non è chiaro considerato che i suoi colleghi furono liberati, forse aveva detto qualcosa di troppo facendo irritare i suoi sequestratori. In ogni caso questo farebbe di questo ragazzo una persona caduta in terra straniera mentre portava a compimento il proprio lavoro...invece quel giorno  è diventato un eroe italiano, un eroe simile a quelli di cui aveva visto i disegni in bianco e nero sui libri di storia....e non perchè, come loro, aveva dato la sua vita per salvare l'Italia,  ma perchè ha regalato all'Italia una fierezza e un amore verso le proprie origini, il proprio sangue, la propria terra, uguale a quello degli eroi del Risorgimento. Fabrizio Quattrocchi morendo voleva guardare negli occhi i suoi assassini e ha detto con voce sicura "Vi faccio vedere come muore un italiano". In quel momento lui aveva la consapevolezza d'avere la morte davanti a sè ma l'amore per la sua terra era più forte della morte stessa.  In quel giovane uomo che moriva c'era una dignità che non ho mai riscontrato in nessuno, un orgoglio di essere italiano, che andava oltre la morte, oltre la paura che questa crea quando ti bussa alla spalla in modo così spaventoso e diretto. Non voglio discutere sulla scelta e sulla polemica che ci fu per la celebrazione dei funerali di Fabrizio, destra e sinistra che si spennarono (sai che novità) e alla fine questo ragazzo ottenne una medaglia al valor civile, e le sue esequie furono celebrate in forma solenne ma non di stato. Per me lui è un eroe...in poche parole e in pochi gesti  ha dato dignità ad un popolo, in pochi attimi, attimi di morte, ha racchiuso i sè lo Spirito degli stessi fondatori della Patria. In quel momento Fabrizio ha parlato per me, per te, per quegli idioti che occupano indegnamente posti di potere. Ha mostrato un'Italia, forte valorosa, non vigliacca, in cui anche di fronte alla morte certa,  dichiarata in modo così brutale, l'orgoglio di essere italiano era più forte della paura. Io credo che in un momento così, in cui la vigliaccheria , il degrado della nostra politica sta diventando tristemente storia, che purtroppo sarà un domani studiata sui libri dai posteri, un uomo come Fabrizio Quattrocchi possa rappresentare per le generazioni che verranno che non sono i festini, le bustarelle, le televisioni, la stampa a creare un GRANDE uomo, perchè un piccolo uomo, sconosciuto e' diventato UN GRANDE EROE ITALIANO.


                                                                             

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