mercoledì 15 maggio 2019
Padri
Vecchio e stanco, ti guardo e non vedo più te. Non sei nei giornalini, nei sorrisi nascosti e nei ragionamenti irragionevoli; sei in un fragile uomo che mentre si allontana sento sempre più vicino. Ora vorrei tornare indietro, afferrare la tua mano e dirti che ti amavo anche se non eri perfetto. Vorrei stingerti a me come tu non eri capace di fare e dirti che mi andavi bene così, senza l’aurea perfetta di chi sa tutto ma trema di una paura bambina mentre cerca di impersonare una figura che non gli appartiene. Siamo qua io e te e per la legge del contrappasso sono io oggi la più forte. Ti darò il mio braccio a cui reggerti mentre gli anni ti consumano, moltiplicandosi ingiustamente. Lascio scorrere il nostro ultimo tempo e guardando i tuoi occhi così simili ai miei mi preparo al giorno in cui tu ti allontanerai senza più voltarti indietro.
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