venerdì 10 maggio 2013
apatico cielo
Ti osservo.
Nuvoloso, rabbioso sputi incontinenza
come se fosse fuoco.
Non accarezzi
con mano tiepida la terra,
ma l'anneghi,
per cancellarne
l'odore del marcio.
Non ti rassereni
e l'iniquità umana
spaventa anche te.
Cosi lontano,
immenso,
a uno strato da Dio...
Ci guardi sorpreso e annientato.
La piccolezza terrena
con mano gigante
afferra per i capelli i suoi figli,
sino a conquistarne lo scalpo,
cancellando l'impronta dell'anima.
Non illumini questa primavera di morte,
rassegnazione e stanchezza.
Non regali l'azzurro.
Non doni tepore.
Non soffi dolce, sulla natura al risveglio.
Sbraiti, sbuffi, sputi, vomiti
e il tuo grigio riveste
l'apatia colpevole,
di chi affossa l'azzurro,
intingendo il pennello nel nero.
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