Nel tuo sguardo mi specchio
e non c'è favola, né carezza
ma solo una lacrima di neve,
bianca come la fantasia antica,
ormai sepolta.
Tomba di sogni racchiusi
nei meandri di violini scordati,
di una remota coscienza.
Mi fingo bambina,
mentre il ritratto, ormai sfatto,
di ciò che non sono stata,
sbraita rabbioso
dal baratro del tempo che ho perso.
Ho frantumato me stessa,
nel vano tentativo
di celare la maschera
che indosso.
Non so chi sono,
legionaria di
tristi umani senza pietà,
a cavallo di un pietismo,
che ci rende ipocriti
di fronte a un cielo cadente.
Non ci conosciamo.
Stanchi,
procediamo in un eterno,
che non lascerà tracce.
Fintamente oppressi,
ingannevolmente immortali,
scordiamo di lasciare la scia
a chi verrà dopo di noi.
Coltiviamo semi sterili,
in un terreno d'ortiche.
Inutilmente scontenti,
perennemente lamentosi,
ci perdiamo nel vento.
Burattini consapevoli,
che ciò che siamo
non lo ritroveremo mai più.
venerdì 26 dicembre 2014
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